A partire dal 1530 le arachidi vengono esportate dai portoghesi in India e a Macao, nelle Filippine con gli spagnoli. Successivamente le arachidi vennero portate dai mercanti fino alla Cina, dove furono fin da subito considerate una coltivazione utile per la lotta contro la fame.
La produzione nel nostro Paese inizia nel 1870 in provincia di Alessandria raggiungendo l’apice agli inizi degli anni ’60 del XX secolo, per poi cominciare un lento declino. Attualmente la produzione è piuttosto scarsa e le regioni interessate sono, in pratica, solo due: il Veneto e la Campania.
Nel 1903 il chimico agrario americano George Washington Carver iniziò la ricerca di nuovi impieghi dell’arachide ricavandone più di 300 prodotti, fra cui bevande, cosmetici, tinture, farmaci, sapone da bucato, insetticida e inchiostro da stampa.
L’arachide produce l’omonimo frutto dal colore giallastro che al suo interno contiene due o tre semi di forma ovale ricoperti da una pellicola di colore rossiccio. Le arachidi sono composte dal 40 al 50% circa di olio e dal 20 al 30% circa di proteine. Il valore nutritivo delle arachidi è impressionante, queste contengono molte fibre, 13 vitamine e 26 minerali, molti dei quali non sono presenti nell’alimentazione di oggi.